Ogni mese c'è un disegnino ed una frase tratta dal libro
"Il piccolo Principe".
Questo libro gli è stato regalato quando frequentava la scuola elementare e ogni tanto lo rilegge volentieri.
La frase del mese di Maggio è: "cosa significa addomesticare?
E' una parola dimenticata, disse la volpe, che significa creare dei legami."
Sono andata a cercare la frase nel libro, è a pag.91
Volevo sintetizzare, ma ho pensato che, per chi ha tempo e voglia di leggere, fosse la cosa più giusta riportare interamente il capitolo.
In quel momento apparve la volpe. «Buon giorno», disse la volpe.
«Buon giorno», rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
«Sono qui», disse la voce, «sotto al melo ...» «Chi sei?» domandò il piccolo principe, «sei molto carino ...»
«Sono una volpe», disse la volpe.
«Vieni a giocare con me», le propose il Piccolo principe, «sono cosi triste ...»
«Non posso giocare con te», disse la volpe,
«non sono addomesticata».
«Ah! scusa», fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: «Che cosa vuoI dire "addomesticare"?»
«Non sei di queste parti, tu», disse la volpe,
«che cosa cerchi?»
«Cerco gli uomini», disse il piccolo principe.
«Che cosa vuol dire "addomesticare"?»
«Gli uomini», disse la volpe, «hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?»
«No», disse il piccolo principe. «Cerco degli amici. Che cosa vuoi dire "addomesticare"?»
«È una cosa da molto dimenticata. Vuoi dire "creare dei legami" ...»
«Creare dei legami?»
«Certo», disse la volpe. «Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini.
E non ho bisogno di te.
E neppure tu hai bisogno di me.
lo non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi.
Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro.
Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo».
«Comincio a capire», disse il piccolo principe.
«C'è un fiore ... credo che mi abbia addomesticato ...»
«È possibile», disse la volpe. «Capita di tutto sulla Terra ...»
«Oh! non è sulla Terra», disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa: «Su un altro pianeta?»
«Si».
«Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?» «No».
«Questo mi interessa! E delle galline?» «No».
«Non c'è niente di perfetto», sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea:
«La mia vita è monotona.
Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me.
Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano.
E io mi annoio perciò.
Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata.
Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri.
Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra.
Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica.
E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano?
Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile.
I campi di grano non mi ricordano nulla.
E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro.
Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato.
Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te.
E amerò il rumore del vento nel grano ...»
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
«Per favore ... addomesticami», disse.
«Volentieri», rispose il piccolo principe, «ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose».
«Non si conoscono che le cose che si addomesticano», disse la volpe.
«Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte.
Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!»
«Che bisogna fare?» domandò il piccolo principe.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
«In principio tu ti sederai un po' lontano da me, cosi, nell'erba.
Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi.
Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino ...»
Il piccolo principe ritornò l'indomani. «Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora», disse la volpe.
«Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice.
Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità!
Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore ... Ci vogliono i riti»,
«Che cos'è un rito?» disse il piccolo principe.
«Anche questa. è una cosa da tempo dimenticata», disse la volpe.
«È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori.
Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio.
Allora il giovedì è un giorno meraviglioso!
Io mi spingo sino alla vigna.
Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza».
Cosi il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina: «Ahi» disse la volpe, «... piangerò».
«La colpa è tua», disse il piccolo principe, «io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi ...»
«È vero», disse la volpe.
«Ma piangerai !!» disse il piccolo principe.
«È certo», disse la volpe.
«Ma allora che ci guadagni?»
«Ci guadagno», disse la volpe, «il colore del grano».
Poi soggiunse:
«Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo.
«Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto».
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
«Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente», disse. «Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno.
Voi siete come era la mia volpe.
Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo».
E le rose erano a disagio.
«Voi siete belle, ma siete vuote», disse ancora.
«Non si può morire per voi.
Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata.
Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro.
Perché è lei che ho riparata col paravento.
Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle).
Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere.
Perché è la mia rosa».
E ritornò dalla volpe. «Addio», disse.
«Buon giorno», rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
«Sono qui», disse la voce, «sotto al melo ...» «Chi sei?» domandò il piccolo principe, «sei molto carino ...»
«Sono una volpe», disse la volpe.
«Vieni a giocare con me», le propose il Piccolo principe, «sono cosi triste ...»
«Non posso giocare con te», disse la volpe,
«non sono addomesticata».
«Ah! scusa», fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: «Che cosa vuoI dire "addomesticare"?»
«Non sei di queste parti, tu», disse la volpe,
«che cosa cerchi?»
«Cerco gli uomini», disse il piccolo principe.
«Che cosa vuol dire "addomesticare"?»
«Gli uomini», disse la volpe, «hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?»
«No», disse il piccolo principe. «Cerco degli amici. Che cosa vuoi dire "addomesticare"?»
«È una cosa da molto dimenticata. Vuoi dire "creare dei legami" ...»
«Creare dei legami?»
«Certo», disse la volpe. «Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini.
E non ho bisogno di te.
E neppure tu hai bisogno di me.
lo non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi.
Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro.
Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo».
«Comincio a capire», disse il piccolo principe.
«C'è un fiore ... credo che mi abbia addomesticato ...»
«È possibile», disse la volpe. «Capita di tutto sulla Terra ...»
«Oh! non è sulla Terra», disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa: «Su un altro pianeta?»
«Si».
«Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?» «No».
«Questo mi interessa! E delle galline?» «No».
«Non c'è niente di perfetto», sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea:
«La mia vita è monotona.
Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me.
Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano.
E io mi annoio perciò.
Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata.
Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri.
Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra.
Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica.
E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano?
Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile.
I campi di grano non mi ricordano nulla.
E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro.
Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato.
Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te.
E amerò il rumore del vento nel grano ...»
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
«Per favore ... addomesticami», disse.
«Volentieri», rispose il piccolo principe, «ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose».
«Non si conoscono che le cose che si addomesticano», disse la volpe.
«Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte.
Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!»
«Che bisogna fare?» domandò il piccolo principe.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
«In principio tu ti sederai un po' lontano da me, cosi, nell'erba.
Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi.
Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino ...»
Il piccolo principe ritornò l'indomani. «Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora», disse la volpe.
«Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice.
Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità!
Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore ... Ci vogliono i riti»,
«Che cos'è un rito?» disse il piccolo principe.
«Anche questa. è una cosa da tempo dimenticata», disse la volpe.
«È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori.
Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio.
Allora il giovedì è un giorno meraviglioso!
Io mi spingo sino alla vigna.
Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza».
Cosi il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina: «Ahi» disse la volpe, «... piangerò».
«La colpa è tua», disse il piccolo principe, «io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi ...»
«È vero», disse la volpe.
«Ma piangerai !!» disse il piccolo principe.
«È certo», disse la volpe.
«Ma allora che ci guadagni?»
«Ci guadagno», disse la volpe, «il colore del grano».
Poi soggiunse:
«Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo.
«Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto».
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
«Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente», disse. «Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno.
Voi siete come era la mia volpe.
Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo».
E le rose erano a disagio.
«Voi siete belle, ma siete vuote», disse ancora.
«Non si può morire per voi.
Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata.
Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro.
Perché è lei che ho riparata col paravento.
Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle).
Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere.
Perché è la mia rosa».
E ritornò dalla volpe. «Addio», disse.
Antoine de Saint Exupéry
Adoro questo libro...ho anche la versione in piemontese. ;-)
RispondiEliminaCiao Gabry, bellissimo questo brano del Piccolo Principe! Buona domenica
RispondiEliminaCarmen
Mi ha fatto venire voglia di rileggere il libro...è il mi preferito.xxx.glo
RispondiEliminaCiao Gabry!Io non ho mai letto questo libro, ma mi hai incuriosito... :) Se ti va passa a trovarmi, c'è anche il mio Swap e le iscrizioni sono ancora aperte!Un bacione!Elena
RispondiEliminaquesto è uno dei miei passi preferiti... la volpe e il principe e l'inizio di un legame vero... grazie per avermelo fatto rileggere
RispondiEliminaDavvero un libro da leggere, leggere, rileggere e meditare!!!!
RispondiEliminaBaciii
Cri&Anna
Una delle più bello pere letterarie di tutti i tempi. Per fortuna letto e riletto a scuola fin dalle elementari: i bimbi son capaci di riflessioni ed argomentazioni straordinarie! Ma è da parte degli adulti che andrebbe letto e riletto, e riletto, e riletto...ADDOMESTICARE-CREARE LEGAMI- VEDERE COL CUORE PERCHè L'ESSENZIALE è INVISIBILE AGLI OCCHI.
RispondiEliminaCiao, grazie per questo post.
Questa parte del libro mi commuove sempre!
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